Lupin III: L'avventura italiana (2024)

Trenta anni. Dopo ben trenta anni, più dell'età di chi scrive, Lupin III è tornato sugli schermi televisivi con una nuova serie TV. Lupin III, iconico protagonista prima del manga e poi della serie anime omonima, il ladro gentiluomo con le sue coloratissime giacche, però, non se ne era mai andato. Lupin III insieme ai suoi amici e compagni, Jigen il pistolero, Goemon lo spadaccino, Fujiko, la donna del mistero, e Zenigata, il tenace ispettore che dà loro la caccia, non hanno mai avuto un momento di riposo.

Dalla fine della terza serie anime che li vedeva protagonisti, il cui ultimo episodio è andato in onda nel lontano 1985, questo straordinario gruppo di personaggi ha continuato a vivere le sue avventure sotto forma di special, OAV e film per il cinema. Ne sono usciti quasi uno all'anno, e sono continuati fino ad ora. Anche con il manga è stato lo stesso: in questi anni anche la versione cartacea di Lupin non si è mai fermata e, oltre al manga originale creato da Monkey Punch, sono uscite diverse serie, che seppur affidate a disegnatori diversi sono supervisionate dal papà del ladro.

Torniamo a parlare però della versione più conosciuta e famosa di Lupin, specialmente qua in Italia, ovvero quella animata. Il 2012 è stato un anno importante per tutti i fan del personaggio, perché per la prima volta dopo tantissimi anni venne annunciata una nuova serie animata. Si trattava di "La donna chiamata Fujiko Mine", una serie disegnata in modo molto diverso da quanto visto prima nelle produzioni animate precedenti, che si rifaceva più allo stile del manga originale, di cui riprendeva anche il tono più serio, crudo e anche erotico. E non poteva essere altrimenti in una serie che ha per protagonista la femme fatale Fujiko Mine. Tuttavia, questa serie anime, dato il suo contenuto, viene considerata solo come uno spin off.
Mi rendo conto forse che questa introduzione possa sembrare eccessivamente lunga, ma la ritengo necessaria per spiegare l'importanza della serie qui recensita.
Arriviamo dunque al 2015 e finalmente alla serie in questione: "Lupin III - L'avventura italiana" o, come è conosciuta in Giappone, semplicemente "Lupin 2015" o "Lupin III - Part IV". Questa è infatti considerata a tutti gli effetti la quarta serie di Lupin e, come è successo per le tre serie precedenti, con un nuovo inizio Lupin ha indossato una nuova giacca, questa volta di colore blu.
Ma perché il sottotitolo "L'avventura italiana"? È presto detto: in questa quarta serie, Lupin e i suoi compagni vivono la maggior parte delle loro avventure in giro per tutta l'Italia e la Repubblica di San Marino (che sempre in Italia è comunque). La serie inoltre è importante per l'Italia perché, oltre ad esserne l'ambientazione, è stato anche il primo Paese a trasmetterla in televisione, ancora prima che in Giappone. Un evento davvero più unico che raro.

Innanzitutto, è bene parlare subito della trama dell'anime.
Questa "avventura italiana" di Lupin sostanzialmente non differisce di molto nei contenuti da ciò che si è visto nelle tre serie precedenti, in particolare in quella in giacca rossa, ovvero la seconda. Lupin e la sua banda tentano occasionalmente vari furti, che spesso per un motivo o per un altro però non vanno mai a buon fine, ogni tanto affrontano qualche criminale e i suoi lacchè, o più semplicemente devono solo cercare di non farsi arrestare da Zenigata.
Tuttavia, una differenza importante in questa serie c'è: a differenza delle precedenti che avevano una struttura ad episodi singoli, con le varie storie che si esaurivano in una sola puntata, o raramente in due, questa quarta serie presenta quella che in gergo è definita una "trama orizzontale". Significa che c'è una trama che si sviluppa nel corso di più episodi e che li collega tra loro con alcuni elementi che continuano a ripresentarsi nella serie.
Questo è in parte dovuto all'introduzione nel cast di alcuni personaggi fissi che Lupin incontrerà diverse volte nelle varie puntate. Già dal primo episodio fa infatti la sua comparsa la bella Rebecca Rossellini, ricca ereditiera, modella, donna d'affari e ladra per hobby, che un po' per noia e un po' per capriccio decide di sposare proprio Lupin. E lui infatti la sposa...
Rebecca è però legata a "il sogno italiano", un misterioso segreto su cui indaga l'agenzia dei servizi segreti britannica nota come MI6. Lupin avrà a che fare con l'agente più tenace e temuto dell'organizzazione, un uomo il cui nome in codice è Nyx. La storia de "il sogno italiano" è l'elemento centrale della serie, che collega Lupin ai nuovi personaggi introdotti e porterà il ladro a confrontarsi in una sfida d'intelletto con il più grande inventore che la storia umana abbia mai conosciuto.
Tutto ciò comunque non influenza di molto quello che è lo stile della narrazione, che rimane lo stesso visto nelle vecchie serie anime, con un Lupin che si butta a capofitto in situazioni senza apparente via d'uscita, o che la prende sempre a ridere, quando il furto elaborato con tanta cura fallisce. La serie punta quasi sempre a mostrare il lato comico del personaggio, ma non mancano momenti più seri o più malinconici. Lupin però è sempre lo stesso, così come tutti i suoi comprimari. Chi già li conosce si ritroverà tra vecchi amici. Del resto, la cosa è anche logica, era impossibile fare altrimenti. Proprio per questo, però, è interessante vedere come un gruppo solido come quello di "Lupin III" debba affrontare le nuove dinamiche che si presentano con l'introduzione della già citata Rebecca, di Nyx, o del villain finale, che portano una ventata di novità.

Lo stile grafico dei disegni e delle animazioni si rifà a quello che ormai si può definire "classico" della seconda serie, allontanandosi di nuovo dallo stile del manga a cui invece ci si era riavvicinati con "La donna chiamata Fujiko Mine" e dallo stile gommoso e caricaturale della terza serie, quella in giacca rosa.
I personaggi sono dunque disegnati in modo molto riconoscibile, l'unica cosa che cambia sono piccoli dettagli, come ad esempio, oltre alla giacca di Lupin che diventa blu, si può citare il kimono di Goemon che da celeste è diventato rosa, i capelli di Fujiko che sono diventati rossi, o l'impermeabile di Zenigata che è diventato di color ocra rispetto al marrone scuro che porta sempre.
Per il resto c'è da dire che gli sfondi sono colorati in un modo particolare, sembrano quasi acquerellati, e questo dà un forte contrasto (probabilmente voluto) con i personaggi che invece sono in primo piano e colorati diversamente.
Le ambientazioni, quelle di San Marino in particolare, sono state ricostruite in modo accurato e fedele (o almeno così dicono, io a San Marino non ci sono mai stato e non credo ci andrò mai). Le altre città d'Italia che Lupin visita, invece, tipo Roma o Venezia, sono state disegnate con meno cura, mostrando ad esempio scorci da cartolina come il Colosseo o un canale con le gondole.
La qualità tecnica della serie si mantiene quasi sempre costante e di buon livello, tranne in un solo episodio pieno di fermo immagini e animazioni discontinue. Va comunque detto che nella versione trasmessa successivamente in Giappone, in alcuni episodi, alcuni disegni e frame sono stati rifatti, modificando qualche dettaglio come i volti dei personaggi o proporzioni di parti del corpo. È da segnalare poi che in qualche scena c'è un po' di CG, usata per animare qualche veicolo o macchinari di vario genere, ma il tutto è ben amalgamato ai normali disegni in 2D. Gli episodi sono poi pieni di scritte in italiano, che nel novantotto per cento dei casi sono scritte in modo corretto, segno che questa volta i produttori giapponesi devono aver interpellato un consulente per la lingua italiana, a differenza di quello che è accaduto nelle serie precedenti e che succede ancora in tantissimi altri anime con parole italiane messe a caso in bocca ai personaggi.

Per quel che invece riguarda la parte audio con il doppiaggio e la colonna sonora... Ecco, qui si parla proprio della classica "nota dolente".
Per qualche motivo che ad oggi non è ancora dato di sapere, la colonna sonora con cui l'anime è stato trasmesso in Italia non è quella originale giapponese. La OST originale ha al suo interno i brani classici composti dal bravissimo Yuji Ohno, che ogni fan di "Lupin III" è capace di indovinare fin dalla prima nota, qui reinterpretati con nuovi arrangiamenti. Purtroppo questa colonna sonora è presente solo nella versione che va in onda in Giappone, mentre la versione italiana usa dei brani nuovi e originali, che a quanto sembra sono stati realizzati da musicisti italiani. Questi brani, la colonna sonora tutta, non è brutta, anzi, lo stile jazz di cui è permeata ben si sposa alle scene che accompagna e tutto sommato non risulta fuori posto, ma semplicemente non è comunque all'altezza dell'originale giapponese.
Non serve poi nemmeno parlare della sigla italiana "Un ladro in vacanza", scritta e cantata da Moreno (rapper venuto fuori dal programma TV "Amici di Maria de Filippi") e Giorgio Vanni, noto cantante di sigle di cartoni animati. Bella, brutta, terribile, schifosa, ognuno la giudica come vuole, fatto sta che, quando uscì, per settimane si è parlato solo di questo negli ambienti social tra gli appassionati di anime, e l'argomento è riuscito a unificare come non mai il popolo del web contro la sigla, con chi voleva una petizione per farla cambiare o chi più semplicemente voleva che Moreno smettesse per sempre di cantare.
Il danno però era stato fatto, ma almeno ha fatto della gran pubblicità al ritorno di "Lupin III".

Del doppiaggio italiano, invece, non ci si può lamentare più di tanto. Il lavoro svolto sotto la direzione di Perla Liberatori è di buon livello, e presenta un buon adattamento e delle voci che ben si prestano a tutti i personaggi. Il cast principale è composto dagli stessi doppiatori che hanno doppiato "La donna chiamata Fujiko Mine" e gli ultimi special giunti nel nostro Paese.
Lupin è doppiato da Stefano Onofri, la cui voce è molto simile a quella del compianto Roberto Del Giudice (voce storica di Lupin in Italia) e a quella di Kan'ichi Kurita, doppiatore giapponese del ladro. Onofri ha preso in eredità un personaggio importante, che, anche a causa dei tanti episodi prodotti, i fan identificano subito con la voce di Del Giudice. Si dice sempre in questi casi la frase "La sua voce è insostituibile", ma purtroppo non è così, perché i doppiatori, che sono persone vere, non vivono in eterno a differenza dei personaggi animati a cui prestano la voce. Onofri non lo sostituisce, il lavoro di Del Giudice resterà sempre presente negli episodi delle serie precedenti, ma ha dimostrato che il personaggio è nelle sue corde e di averne padronanza. Il lavoro fatto è davvero molto buono.
Anche gli altri doppiatori se la cavano bene, Alessandro Maria D'Errico su Jigen e Antonio Palumbo su Goemon sono ormai entrati nella parte, e forniscono delle buonissime interpretazioni. Fujiko invece è sempre doppiata da Alessandra Korompay, che la doppia da quasi trent'anni sempre in modo egregio, Zenigata è doppiato da Rodolfo Bianchi, i cui urli "Ti prenderò Lupin!" sono una garanzia. Buona anche l'interpretazione di Gaia Bolognesi su Rebecca, che con la sua voce dona il giusto brio all'eccentrica ragazza.

Adesso, prima di concludere, però, anche se non dovrei, perché non ha nulla a che fare con il contenuto della serie anime, devo parlare brevemente del trattamento riservato da Italia 1 all'anime.
Stiamo parlando, ricordo, di un anime che è andato in onda nel nostro Paese in anteprima mondiale, prima che andasse in onda in Giappone stesso. La serie evento, perché di questo si trattava, è stata però poco pubblicizzata, ed è iniziata quasi in sordina. Dopo una prima serata in cui sono stati mandati ben quattro episodi per lanciarla, è stata relegata alla seconda e terza serata, con episodi che andavano in onda alle 23:40, quando andava bene, in altri casi oltre la mezzanotte, una volta addirittura all'1:40. Questi orari impossibili hanno sicuramente allontanato molti spettatori, magari proprio quelli a cui Lupin interessava di più, i giovani adulti, che sono cresciuti con Lupin guardandolo da bambino, e che ora sono grandi e hanno probabilmente un lavoro che non gli permette di restare davanti alla TV fino a tarda notte.
Perché una serie che viene pubblicizzata e acquistata in anteprima subisca un trattamento del genere è un mistero che da semplice spettatore non riesco a comprendere, e ciò mi appare molto ingiusto. Conosco persone e amici che avrebbero seguito volentieri l'anime, se fosse stato trasmesso ad altri orari, e conosco anche persone che non sapevano nemmeno fosse iniziata una nuova serie con Lupin protagonista. Quindi, almeno per quel che riguarda la trasmissione in Italia, la rete che l'ha trasmesso, che è Italia 1 del gruppo Mediaset, ha giocato davvero male le sue carte, dimostrando di crederci davvero poco nel prodotto.

Riflessioni amare a parte, però, la serie si è lasciata guardare fino alla fine.
Io da fan ormai pluridecennale di Lupin e della sua combriccola di amici sono rimasto molto soddisfatto del ritorno in TV di questi personaggi. Come ho già detto più su, però, l'impatto della cosa non è stato enorme come poteva sembrare, perché la produzione animata non si era mai fermata. Sono passati trenta anni da quella che viene considerata l'ultima serie televisiva, ma Lupin in un modo o nell'altro è stato sempre presente.
Questa serie anime ha comunque dimostrato che i personaggi, la storia che li lega e le avventure che vivono sono ancora attuali, e che funzionano ancora oggi. Non che ci fossero dubbi su questo, altrimenti non staremmo qui a parlarne.
"L'avventura italiana", però, è nonostante tutto solo una buona serie, ma non un capolavoro.
Il perché è da cercare proprio nella sua struttura, che, seppur presenti qualche leggera variante data dai nuovi elementi introdotti, è ancora la stessa di trenta anni fa. Il tutto funziona ancora benissimo, la serie è bella e divertente da guardare, ma non stupisce più di tanto. A chi ha amato il Lupin in giacca rossa, guardando questa nuova serie, sembrerà quasi che non sia passato nemmeno un giorno da quegli episodi a questi nuovi, e potrà forse con la mente e con il cuore tornare ai giorni in cui da bambino arrivava a casa da scuola e guardava all'ora di pranzo le avventure del ladro più imprendibile della storia dell'animazione.
La serie si rivolge ai fan che già conoscono Lupin e che semplicemente volevano delle sue nuove avventure, e dunque almeno da questo punto di vista non resteranno delusi. È però anche un ottimo punto di partenza per chi di Lupin III non ha mai visto nulla, dato che è a tutti gli effetti una storia autoconclusiva, e per comprenderla appieno serve solo conoscere un minimo i protagonisti.

Adesso che è finita, però, mi chiedo cosa ne sarà di Lupin III e soci. Finita questa serie si tornerà forse agli special annuali, o forse chissà, prima o poi potrebbe arrivare una quinta serie. E chissà che giacca indosserà nei nuovi anime, forse tornerà alle classiche verdi e rosse e appenderà quella blu nell'armadio, o ne indosserà ancora una di un nuovo colore. Nel 2017 Lupin III spegnerà ben cinquanta candeline, un traguardo importantissimo che verrà sicuramente celebrato in Giappone e nel resto del mondo in qualche modo. C'è solo da aspettare per il suo prossimo strabiliante colpo.

Lupin III: L'avventura italiana (2024)
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Author: Fr. Dewey Fisher

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